Parlare di storia e delle sue testimonianze fisiche, monumenti o resti che siano, parlando di un’isola, Lampedusa, che viene incensata sopratutto per il suo mare, può sembrare strano eppure, per penetrare ancora di piu’ nel suo intimo, per farla ancora piu’ nostra e portarcene a casa un ricordo che vada oltre alla semplice meraviglia della sua natura, dobbiamo guardare oltre i suoi tramonti od il suo mare cristallino: dobbiamo guardare alla sua storia.
Ci sono notizie risalenti alla fine dell’800 ed ai primi del ‘900 che riguardano insediamenti umani risalenti addirittura al Neolitico ma purtroppo nulla si è conservato sino a noi.
Di certo la posizione dell’isola ne fece, nel corso dei secoli, strategico punto per le varie popolazioni che vi si avvicendarono: i Fenici, cui seguirono i Greci e poi ancora i Cartaginesi, di cui rimangono alcune sepolture e qualche moneta.
Dei Romani che gli succedettero abbiamo piu’ testimonianze: cisterne per la raccolta dell’acqua piovana, vasche per l’allevamento del pesce, una bellissima statua della dea Atena ed anche una necropoli sotterranea, scoperta nella zona del porto vecchio, risalente al II - III sec. d.C.
Come detto Lampedusa, per la sua posizione, è stata luogo di sosta e di rifornimento per le navi di tanti popoli, ed è probabile che ognuno vi abbia lasciato molte piu’ testimonianze di quante, finora, siano state repertate ma è stata anche crocevia di scorribande e razzie che, verosimilmente, fecero terra bruciata degli insediamenti, spesso provvisori e con caratteristiche di accampamento.
Nel 1254 le cronache dell’epoca raccontano della presenza di un antico eremitaggio. L’isola è testimone, nel 1551 del naufragio di parte della flotta di Andrea Doria: molti marinai decisero di rimanere sull’isola, creandovi un piccolo borgo.
Negli anni successivi vennero poi costruite, nei pressi del porto, quattro torri di difesa che poi, unite fra loro nel 1810 circa ai tempi di Alessandro Fernandez, diedero origine al Castello, di cui oggi rimane solo il nome.
Per Lampedusa i tempi iniziano a cambiare all’arrivo del Sanvisente, tenente di Vascello del Regno delle Due Sicilie. Il suo compito era quello di rendere fruttifera l’isola e ci si applicò con intelligenza e capacità.
Nacquero quindi i “Sette Palazzi”, ancor’oggi presenti ed i primi dammusi di cui il restaurato “Casa Teresa”, è splendida testimonianza, ed anche il restauro di quello che poi sarebbe divenuto il Santuario della Madonna di Porto Salvo.
Alla seconda Guerra Mondiale risalgono invece le varie “casematte”, fortini sparsi sul territorio e, collegati a quest’ultima, sono l’Altare di Guerra e il Monumento ai Caduti di Cala Pisana, recentemente restaurati.