A Lampedusa c’è fermento: sociale, culturale; è un’isola viva che, nonostante le difficoltà connesse alla sua posizione geografica, cerca di emergere - mai similitudine fu più appropriata trattandosi di un’isola - scrollandosi di dosso la sua insularità e la triste ribalta guadagnata come rifugio ed accoglienza per i migranti, sebbene in quest’ultimo campo si sia distinta per la disponibilità ed il cuore, in primis, dei suoi abitanti.
Ed ai suoi abitanti è stato “dedicato” il nuovo campo di calcio in erba, inaugurato ad ottobre del 2017 alla presenza dell’allora Presidente della Federcalcio Tavecchio, del Ministro per lo Sport Luca Lotti e di altre personalità. La peculiarità di questo campo si deve all’intelligente progettazione fatta tenendo presente le caratteristiche dell’ambiente in cui è stato realizzato: parliamo di un impianto in erba mista, naturale e sintetica, con un particolare innesto che ne rende possibile l’irrigazione con acqua salmastra, con un occhio quindi alla preservazione delle risorse idriche dell’isola, nonché al particolare clima in cui si trova. Per la squadra di calcio del Lampedusa, che milita nel campionato di Terza Categoria, girone B Sicilia per la stagione 2017/2018, ma per gli abitanti tutti, il ripristino del campo di calcio ha rappresentato anche un’occasione in più di aggregazione.
In tante iniziative, forse, può far sorridere quella denominata “Bau cerca famiglia”. Per me che adoro gli animali è invece un’ulteriore dimostrazione dell’intelligenza e della sensibilità di una popolazione e dei suoi Amministratori che non hanno utilizzato l’emergenza migranti, ovviamente ben più tragica ed impegnativa, per disinteressarsi di problematiche, magari meno pressanti, ma non per questo di minore dignità. Sul sito del comune di Lampedusa e Linosa è presente questa “accattivante” pagina, con tanto di fotografie e storia “personale” dei vari cani senza padrone e/o abbandonati di cui l’Amministrazione Comunale ha dovuto farsi carico: a mio parere un’iniziativa meritoria.
E per finire, almeno per ora, dobbiamo menzionare il progetto “Università del mare”. Si tratta di un protocollo d’intesa firmato tra la Regione Sicilia - Dipartimento Pesca, il Comune di Lampedusa e Linosa e l’Area marina protetta Isole Pelagie, l’ Associazione pescatori di Lampedusa, il titolare dell’agglomerato di impianti di acquacultura di Lampedusa, l’associazione Caretta Caretta del Centro Ricerche e Soccorso Tartarughe Marine, assieme all’Università di Palermo. Il progetto mira alla realizzazione di un “laboratorio unificato” a Lampedusa che possa racchiudere sotto un “unico tetto” le esperienze e le professionalità in qualsiasi modo connesse al mare ed ai suoi abitanti, il tutto nel quadro delle attività e dei progetti di studio messi in cantiere dall’Università di Palermo.
Come si può vedere i progetti, le attività sono tante e varie, spesso non tutte vengono portate a compimento ma, di certo, un tale fermento è sinonimo di grande vitalità ed è di buon auspicio per il futuro di questa straordinaria isola d’alto mare.